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“Tor Vergata” collabora con la NASA al lancio del MISSE-9 Polymers and Composites Experiment (PCE)

“Tor Vergata” collabora con la NASA al lancio del MISSE-9 Polymers and Composites Experiment (PCE)

Il Dipartimento di Ingegneria Industriale di “Tor Vergata” ha inserito 3 campioni di materiali polimerici nell’esperimento spaziale MISSE-9 lanciato dalla NASA

Il 2 aprile 2018 è stato lanciato dal Cape Canaveral Air Force Station in Florida un nuovo esperimento nello spazio, denominato “MISSE-9 Polymers and Composites Experiment (PCE)” che prevede l’utilizzo di una nuova facility robotizzata per l’esposizione di 138 materiali (polimeri, compositi e rivestimenti) all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Lo scopo è quello di valutare il comportamento di tali materiali in un ambiente che risulta particolarmente aggressivo a causa della presenza di ossigeno atomico e radiazioni di varia natura. Il Principal investigator dell’esperimento è Kim de Groh del NASA Glenn Research Center in Cleveland.
Il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ha avuto l’opportunità di inserire 3 campioni in tale esperimento, 2 su compositi a memoria di forma e 1 su un materiale schermante ai raggi cosmici.
Loredana Santo e Fabrizio Quadrini, docenti dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e responsabili dell’esperimento, sono al loro terzo esperimento spaziale sui materiali polimerici a memoria di forma.
La prof.ssa Santo ha sottolineato l’importanza di “testare questi materiali all’esterno della ISS perché il loro comportamento in microgravità è ben noto dai precedenti esperimenti, mentre non sono disponibili dati nello spazio aperto, luogo dove potranno trovare impiego in futuro ad esempio per il dispiegamento di strutture spaziali quali vele solari o per il deorbiting dei satelliti e sistemi per la cattura di detriti spaziali”.
Il professor Quadrini ha invece posto l’attenzione sui materiali schermanti ai raggi cosmici, oggetto del terzo campione inviato in orbita “perché per le future esplorazioni spaziali la principale sfida è l’utilizzo di materiali per la realizzazione di tute e navicelle spaziali in grado di permettere viaggi interplanetari, salvaguardando la salute degli astronauti”.
Entrambi gli accademici si augurano che i risultati di questa missione potranno fornire un piccolo contributo alle future esplorazioni spaziali e sono già lavorano al prossimo esperimento in collaborazione con la NASA, MISSE 10, che vedrà anche il coinvolgimento della prof.ssa Federica Sangiuolo del gruppo di Genetica Medica di “Tor Vergata” per lo sviluppo di un target biologico all’interno dei materiali schermanti. L’appuntamento è per luglio 2018 per un nuovo lancio.
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